1854 NAPOLI Opere d'arte a Luigi DE PASCALE intendente *Prefilatelica

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1854
NAPOLI

INVIO DI QUADRI A LUIGI DE PASCALE

Lunga lettera inviata da un parente, e socio in affari, a Luigi de Pascale, consigliere d'intendenza a Sulmona, per discutere di alcune questioni ancora in sospeso:
"... Spero che il quadro sia arrivato bene e che la cornice piaccia. se credete utile il contratto proposto da Ambrosini accettatelo pure. Amerei soltanto che la casetta da edificarsi si facesse nel sito del terreno meno atto a coltivazione...".

In buone condizioni.
4 pagine (2 bianche)

Interessante frammento di storia familiare e locale.

Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.




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1854
NAPOLI

INVIO DI QUADRI A LUIGI DE PASCALE

Lunga lettera inviata da un parente, e socio in affari, a Luigi de Pascale, consigliere d'intendenza a Sulmona, per discutere di alcune questioni ancora in sospeso:
"... Spero che il quadro sia arrivato bene e che la cornice piaccia. se credete utile il contratto proposto da Ambrosini accettatelo pure. Amerei soltanto che la casetta da edificarsi si facesse nel sito del terreno meno atto a coltivazione...".

In buone condizioni.
4 pagine (2 bianche)

Interessante frammento di storia familiare e locale.

Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.