1948 KRAVCHENKO Comunismo o libertà? ANTICOMUNISMO

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1948

COMUNISMO O LIBERTA'?

L'ALTO FUNZIONARIO SOVIETICO V.A. KRAVCHENKO DEPONE

Pubblicazione d'epoca edita nel pieno fervore della propaganda americana anti.comunista e contenente la deposizione dell'ex funzionario sovietico Viktor Andrijovyè Kravèenko di fronte "... alla Commissione d'inchiesta sulle mene antiamericane negli Stati Uniti...".

Con prefazione sui principali eventi della vita di Kravchenko prima della deposizione e verbale dell'interrogatorio, in cui Kravchenko rivela i delitti, la corruzione e gli aspetti più oscuri del totalitarismo sovietico:

"... Sarà possibile lottare contro il comunismo adoperando unicamente misure poliziesche e finanziarie; e questo soprattutto negli Stati liberi, in seno ai quali il popolo ha la libertà individuale, la libertà di pensiero, la libertà di stampa e di parola...".

Copertina illustrata con immagina propagandistica anti-comunista, raffigurante il viso di Stalin sul Cremlino mentre, sullo sfondo di un cielo rosso, incombe sulla Statua della Libertà.

In buone condizioni (ma mancanza all'angolo inferiore destro della copertina).

48 pagine.

Pubblicazione d'epoca, originale, autentica.


NOTA DEL REDATTORE:

Viktor Andrijovyè Kravèenko (1905 1966) è stato un diplomatico e defezionista sovietico. Scrisse le sue esperienze di vita e di ufficiale sovietico nel libro I Chose Freedom pubblicato nel 1946 e tradotto in Italia nel 1948 col titolo Ho scelto la libertà. Nato in una famiglia di rivoluzionari, Kravèenko divenne ingegnere e lavorò nella regione del bacino del Don. Si unì al partito comunista nel 1929. Fu testimone della riduzione alla fame e della moria su vasta scala dei contadini ucraini durante la collettivizzazione forzata (vedi Holodomor). Tale esperienze e le esecuzioni cui fu testimone lo allontanarono dal regime sovietico. Durante la seconda guerra mondiale, fu capitano dell'Armata Rossa prima di essere mandato in missione diplomatica a Washington. Nel 1943 chiese ed ottenne asilo politico agli Stati Uniti mentre le autorità sovietiche ne chiesero l'estradizione come traditore. Visse sotto falso nome e sposò Cynthia Kusher, da cui ebbe due figli che rimasero all'oscuro della sua identità: Andrew e Anthony. Le sue famose memorie Ho scelto la libertà, contenenti estese rivelazioni sulla collettivizzazione, i campi di prigionia e l'uso del lavoro forzato, furono pubblicate in un periodo di tensione fra l'Unione Sovietica e l'Occidente. L'autore fu duramente attaccato dal regime sovietico e dai partiti comunisti internazionali. Il settimanale del partito comunista francese Les Lettres Françaises lo accusò di mentire e di essere una spia occidentale. Kravèenko denunciò la redazione e nel 1949 ebbe luogo quello che fu chiamato Il processo del secolo, cui parteciparono centinaia di testimoni. Mentre il regime sovietico mobilitò vecchi colleghi di Kravèenko e la sua ex moglie per denunciarlo, gli avvocati dell'autore chiamarono sopravvissuti ai campi di prigionia. Fra essi era Margarete Buber Neumann, vedova di Heinz Neumann, ex leader del partito comunista tedesco. Lei stessa era stata prigioniera del Gulag e, durante il patto Molotov-Ribbentrop del 1939, fu portata in Germania ed incarcerata a Ravensbrück. Le sue esperienze supportarono le tesi anti comuniste secondo le quali i regimi nazista e sovietico erano essenzialmente simili. Il processo terminò con la vittoria di Kravèenko che, ottenendo un risarcimento economico simbolico, agitò non poco le acque del comunismo internazionale. La morte dell'autore per una ferita da proiettile nel suo appartamento rimane poco chiara, sebbene fu officialmente descritta come un suicidio. Il figlio Andrew è convinto che il padre fu ucciso dagli agenti del KGB.

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1948

COMUNISMO O LIBERTA'?

L'ALTO FUNZIONARIO SOVIETICO V.A. KRAVCHENKO DEPONE

Pubblicazione d'epoca edita nel pieno fervore della propaganda americana anti.comunista e contenente la deposizione dell'ex funzionario sovietico Viktor Andrijovyè Kravèenko di fronte "... alla Commissione d'inchiesta sulle mene antiamericane negli Stati Uniti...".

Con prefazione sui principali eventi della vita di Kravchenko prima della deposizione e verbale dell'interrogatorio, in cui Kravchenko rivela i delitti, la corruzione e gli aspetti più oscuri del totalitarismo sovietico:

"... Sarà possibile lottare contro il comunismo adoperando unicamente misure poliziesche e finanziarie; e questo soprattutto negli Stati liberi, in seno ai quali il popolo ha la libertà individuale, la libertà di pensiero, la libertà di stampa e di parola...".

Copertina illustrata con immagina propagandistica anti-comunista, raffigurante il viso di Stalin sul Cremlino mentre, sullo sfondo di un cielo rosso, incombe sulla Statua della Libertà.

In buone condizioni (ma mancanza all'angolo inferiore destro della copertina).

48 pagine.

Pubblicazione d'epoca, originale, autentica.


NOTA DEL REDATTORE:

Viktor Andrijovyè Kravèenko (1905 1966) è stato un diplomatico e defezionista sovietico. Scrisse le sue esperienze di vita e di ufficiale sovietico nel libro I Chose Freedom pubblicato nel 1946 e tradotto in Italia nel 1948 col titolo Ho scelto la libertà. Nato in una famiglia di rivoluzionari, Kravèenko divenne ingegnere e lavorò nella regione del bacino del Don. Si unì al partito comunista nel 1929. Fu testimone della riduzione alla fame e della moria su vasta scala dei contadini ucraini durante la collettivizzazione forzata (vedi Holodomor). Tale esperienze e le esecuzioni cui fu testimone lo allontanarono dal regime sovietico. Durante la seconda guerra mondiale, fu capitano dell'Armata Rossa prima di essere mandato in missione diplomatica a Washington. Nel 1943 chiese ed ottenne asilo politico agli Stati Uniti mentre le autorità sovietiche ne chiesero l'estradizione come traditore. Visse sotto falso nome e sposò Cynthia Kusher, da cui ebbe due figli che rimasero all'oscuro della sua identità: Andrew e Anthony. Le sue famose memorie Ho scelto la libertà, contenenti estese rivelazioni sulla collettivizzazione, i campi di prigionia e l'uso del lavoro forzato, furono pubblicate in un periodo di tensione fra l'Unione Sovietica e l'Occidente. L'autore fu duramente attaccato dal regime sovietico e dai partiti comunisti internazionali. Il settimanale del partito comunista francese Les Lettres Françaises lo accusò di mentire e di essere una spia occidentale. Kravèenko denunciò la redazione e nel 1949 ebbe luogo quello che fu chiamato Il processo del secolo, cui parteciparono centinaia di testimoni. Mentre il regime sovietico mobilitò vecchi colleghi di Kravèenko e la sua ex moglie per denunciarlo, gli avvocati dell'autore chiamarono sopravvissuti ai campi di prigionia. Fra essi era Margarete Buber Neumann, vedova di Heinz Neumann, ex leader del partito comunista tedesco. Lei stessa era stata prigioniera del Gulag e, durante il patto Molotov-Ribbentrop del 1939, fu portata in Germania ed incarcerata a Ravensbrück. Le sue esperienze supportarono le tesi anti comuniste secondo le quali i regimi nazista e sovietico erano essenzialmente simili. Il processo terminò con la vittoria di Kravèenko che, ottenendo un risarcimento economico simbolico, agitò non poco le acque del comunismo internazionale. La morte dell'autore per una ferita da proiettile nel suo appartamento rimane poco chiara, sebbene fu officialmente descritta come un suicidio. Il figlio Andrew è convinto che il padre fu ucciso dagli agenti del KGB.