1941 WW2 Medaglia d'oro Bastianini Domenico R. MARINA - Foto 9x13 cm

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C-094181
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1941

Vera fotografia con didascalia coeva dattiloscritta al verso:

"Tenente Colonnello GN Bastianini Domenico Medaglia D'oro - disp."

Vera fotografia d'epoca, originale ed autentica

NOTA
Nacque a Tuscania (Viterbo) il 24 agosto 1900. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Navale presso la Scuola Superiore Politecnica di Napoli nell'agosto del 1922, nel settembre dello stesso anno, dopo aver brillantemente superato gli esami di concorso, venne nominato Tenente del Genio Navale in servizio permanente effettivo a nomina diretta ed ammesso all'Accademia Navale di Livorno.
Al termine dei Corsi in Accademia prestò servizio, in tempi successivi: presso la Direzione delle Costruzioni Navali di La Spezia, a Navalgenio Trieste ed ebbe importanti imbarchi su varie unità di superficie. Dal dicembre 1931 al dicembre 1934, nel grado di Capitano, fu Assistente Tecnico dell'Addetto Navale a Londra e partecipo poi alle operazioni militari in Spagna ed alla Campagna d'Albania, nel grado di Maggiore G.N. ed in seguito fu imbarcato su un incrociatore.
Promosso Tenente Colonnello imbarcò prima sull'incrociatore Trento con il quale partecipò alla battaglia navale di Punta Stilo, e dal dicembre 1940 sull'incrociatore Zara con l'incarico di Capo Servizio G.N. aggiunto della Squadra Navale. Nell'azione navale del 28 marzo 1941 lo Zara, che alzava l'insegna del Comando della 1a Divisione Incrociatori diresse, con l'incrociatore Fiume e 4 cacciatorpediniere, per portare assistenza all'incrociatore Pola, silurato ed immobilizzato la sera dello stesso 28 marzo, ma sorpreso con le altre Unità dalle navi da battaglia britanniche Valiant, Barham, a Warspite, delle quali non era nota la loro presenza nella zona, fu improvvisamente colpito dal tiro nemico che provocò gravi avarie, vasti incendi e l'immobilizzazione dell'Unità, per cui ne venne deciso l'autoaffondamento. Con fredda determinazione e con l'aiuto di pochi animosi Domenico Bastianini si portava nei locali inferiori con l'intento di aprire le valvole, onde accelerare l'affondamento della nave, e scompariva con essa.
Questa la motivazione del conferimento dell'onorificenza: "Ufficiale superiore del Genio Navale, dotato di grande intelligenza, vasta capacità professionale ed elevatissime qualità morali e di carattere, aveva sempre sollecitato destinazioni dove più intensa fosse l'attività e più vivo il rischio.
Con lo stesso spirito entusiasta con cui aveva preso parte alla guerra antibolscevica di Spagna ed era volontariamente sbarcato fra i primi nelle operazioni per l'occupazione dell'Albania, allo scoppio del nuovo conflitto insistentemente aveva chiesto il privilegio e l'onore di trovarsi a bordo per prendere parte più attivamente alla lotta.
Capo servizio del Genio Navale aggiunto della Squadra Navale, già segnalatosi durante un bombardamento aereo nemico per il pronto ricupero e la rapida disattivazione di una bomba inesplosa, partecipava con immutato, entusiastico ardimento su di un incrociatore ad una delicata missione offensiva nel Mediterraneo Orientale.
Durante breve combattimento contro forze corazzate nemiche, presente ove maggiore era il pericolo, si dedicava con tutte le sue energie agli ordini del Comandante, ad arginare le gravi conseguenze, causate dai colpi nemici e dai violenti incendi.
Smantellate le torri ed immobilizzate le macchine dal tiro dei grossi calibri, nonostante fosse dato l'ordine di abbandonare la nave, rimaneva a bordo per dare ancora la sua opera generosa alla distruzione dell'unità piuttosto che vederla catturata dal nemico. Con fredda decisione, con sereno spirito di sacrificio, egli con pochi animosi scendeva nei locali inferiori senza aria e senza luce e provvedeva all'apertura delle valvole di allagamento e delle portellerie ed allo sfondamento degli scarichi dei condensatori. Nell'ardua fatica lo illuminava l'amore alla sua nave, lo sosteneva il palpito del suo cuore generoso.
Con l'unità che qualche istante dopo si inabissava nel vortice dell'esplosione, eroicamente scompariva: nobile esempio di attaccamento al dovere e di indefettibile amor di Patria."


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1941

Vera fotografia con didascalia coeva dattiloscritta al verso:

"Tenente Colonnello GN Bastianini Domenico Medaglia D'oro - disp."

Vera fotografia d'epoca, originale ed autentica

NOTA
Nacque a Tuscania (Viterbo) il 24 agosto 1900. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Navale presso la Scuola Superiore Politecnica di Napoli nell'agosto del 1922, nel settembre dello stesso anno, dopo aver brillantemente superato gli esami di concorso, venne nominato Tenente del Genio Navale in servizio permanente effettivo a nomina diretta ed ammesso all'Accademia Navale di Livorno.
Al termine dei Corsi in Accademia prestò servizio, in tempi successivi: presso la Direzione delle Costruzioni Navali di La Spezia, a Navalgenio Trieste ed ebbe importanti imbarchi su varie unità di superficie. Dal dicembre 1931 al dicembre 1934, nel grado di Capitano, fu Assistente Tecnico dell'Addetto Navale a Londra e partecipo poi alle operazioni militari in Spagna ed alla Campagna d'Albania, nel grado di Maggiore G.N. ed in seguito fu imbarcato su un incrociatore.
Promosso Tenente Colonnello imbarcò prima sull'incrociatore Trento con il quale partecipò alla battaglia navale di Punta Stilo, e dal dicembre 1940 sull'incrociatore Zara con l'incarico di Capo Servizio G.N. aggiunto della Squadra Navale. Nell'azione navale del 28 marzo 1941 lo Zara, che alzava l'insegna del Comando della 1a Divisione Incrociatori diresse, con l'incrociatore Fiume e 4 cacciatorpediniere, per portare assistenza all'incrociatore Pola, silurato ed immobilizzato la sera dello stesso 28 marzo, ma sorpreso con le altre Unità dalle navi da battaglia britanniche Valiant, Barham, a Warspite, delle quali non era nota la loro presenza nella zona, fu improvvisamente colpito dal tiro nemico che provocò gravi avarie, vasti incendi e l'immobilizzazione dell'Unità, per cui ne venne deciso l'autoaffondamento. Con fredda determinazione e con l'aiuto di pochi animosi Domenico Bastianini si portava nei locali inferiori con l'intento di aprire le valvole, onde accelerare l'affondamento della nave, e scompariva con essa.
Questa la motivazione del conferimento dell'onorificenza: "Ufficiale superiore del Genio Navale, dotato di grande intelligenza, vasta capacità professionale ed elevatissime qualità morali e di carattere, aveva sempre sollecitato destinazioni dove più intensa fosse l'attività e più vivo il rischio.
Con lo stesso spirito entusiasta con cui aveva preso parte alla guerra antibolscevica di Spagna ed era volontariamente sbarcato fra i primi nelle operazioni per l'occupazione dell'Albania, allo scoppio del nuovo conflitto insistentemente aveva chiesto il privilegio e l'onore di trovarsi a bordo per prendere parte più attivamente alla lotta.
Capo servizio del Genio Navale aggiunto della Squadra Navale, già segnalatosi durante un bombardamento aereo nemico per il pronto ricupero e la rapida disattivazione di una bomba inesplosa, partecipava con immutato, entusiastico ardimento su di un incrociatore ad una delicata missione offensiva nel Mediterraneo Orientale.
Durante breve combattimento contro forze corazzate nemiche, presente ove maggiore era il pericolo, si dedicava con tutte le sue energie agli ordini del Comandante, ad arginare le gravi conseguenze, causate dai colpi nemici e dai violenti incendi.
Smantellate le torri ed immobilizzate le macchine dal tiro dei grossi calibri, nonostante fosse dato l'ordine di abbandonare la nave, rimaneva a bordo per dare ancora la sua opera generosa alla distruzione dell'unità piuttosto che vederla catturata dal nemico. Con fredda decisione, con sereno spirito di sacrificio, egli con pochi animosi scendeva nei locali inferiori senza aria e senza luce e provvedeva all'apertura delle valvole di allagamento e delle portellerie ed allo sfondamento degli scarichi dei condensatori. Nell'ardua fatica lo illuminava l'amore alla sua nave, lo sosteneva il palpito del suo cuore generoso.
Con l'unità che qualche istante dopo si inabissava nel vortice dell'esplosione, eroicamente scompariva: nobile esempio di attaccamento al dovere e di indefettibile amor di Patria."