1936 SALVATORE CORVAYA Bolscevismo BOTTEGA SALVETTI

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17 dicembre 1936

SALVATORE CORVAYA
"Bolscevismo"

Mostra d'arte pressso
BOTTEGA D'ARTE SALVETTI - Milano

Fotografia che ritrae l'omonima opera di Salvatore Corvaya, di forte impatto anticomunista, esposta nel 1936 presso la Bottega d'Arte Salvetti. Didascalia manoscritta al verso.

Lieve gualcitura al bordo inferiore.

Vera fotografia d'epoca, originale, autentica.

Nota del contestualizzatore:
SALVATORE CORVAYA: Formatosi all'arte da autodidatta, giunge a Milano nel 1895 per svolgere il servizio militare e vi si stabilisce al termine del periodo di leva. Riscossi i primi successi con l'esposizione a Brera, in quello stesso 1895, di un'opera di ambientazione contadina (Prima zappa in Sicilia) che chiarisce la sua affezione per la pittura verista ottocentesca, incontra successivamente i favori del pubblico milanese attraverso un'intensa attività di ritrattista e, soprattutto, grazie all'abilità nell'esecuzione di miniature a tempera e a olio aventi per soggetto le effigi dei committenti, soggetti naturalistici o piccole scene di genere (espone tre di questi lavori alla Mostra della Pittura Lombarda dell'Ottocento nel 1900). Titolare dal 1906 con Carlo Bazzi di una fabbrica di vetrate artistiche, a partire dagli anni Venti si dedica anche ai soggetti religiosi e alla pittura di paesaggio, cimentandosi sovente nella resa di effetti luministici crepuscolari e notturni. Alcuni suoi ritratti appartengono alle collezioni milanesi della Società Artisti e Patriottica, dell'Ospedale Maggiore e della Galleria d'Arte Moderna.

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17 dicembre 1936

SALVATORE CORVAYA
"Bolscevismo"

Mostra d'arte pressso
BOTTEGA D'ARTE SALVETTI - Milano

Fotografia che ritrae l'omonima opera di Salvatore Corvaya, di forte impatto anticomunista, esposta nel 1936 presso la Bottega d'Arte Salvetti. Didascalia manoscritta al verso.

Lieve gualcitura al bordo inferiore.

Vera fotografia d'epoca, originale, autentica.

Nota del contestualizzatore:
SALVATORE CORVAYA: Formatosi all'arte da autodidatta, giunge a Milano nel 1895 per svolgere il servizio militare e vi si stabilisce al termine del periodo di leva. Riscossi i primi successi con l'esposizione a Brera, in quello stesso 1895, di un'opera di ambientazione contadina (Prima zappa in Sicilia) che chiarisce la sua affezione per la pittura verista ottocentesca, incontra successivamente i favori del pubblico milanese attraverso un'intensa attività di ritrattista e, soprattutto, grazie all'abilità nell'esecuzione di miniature a tempera e a olio aventi per soggetto le effigi dei committenti, soggetti naturalistici o piccole scene di genere (espone tre di questi lavori alla Mostra della Pittura Lombarda dell'Ottocento nel 1900). Titolare dal 1906 con Carlo Bazzi di una fabbrica di vetrate artistiche, a partire dagli anni Venti si dedica anche ai soggetti religiosi e alla pittura di paesaggio, cimentandosi sovente nella resa di effetti luministici crepuscolari e notturni. Alcuni suoi ritratti appartengono alle collezioni milanesi della Società Artisti e Patriottica, dell'Ospedale Maggiore e della Galleria d'Arte Moderna.