1928 Componente Spedizione Nobile e Cani Esquimesi

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Bella cartolina raffigurante un componente della spedizione del Gen. Nobile (con due cani da slitta) presso il campo base nella baia del Re. Fu proprio da qui che parti' la spedizione in dirigibile verso il Polo Nord. Qui, inoltre, Amundsen aveva fissato la sua base preferita per le avventure polari.

Ediz. Pallerini e Fratini - Firenze

Cartolina postale d'epoca, originale e autentica, FP, in buone condizioni, non viaggiata.

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Nota storica: Mentre aveva compiuto quasi tutto il tragitto e mentre spiccavano già all'orizzonte le montagne delle isole Svalbard, l'Italia finì con uno schianto sul ghiaccio durante una violenta tempesta. Dieci uomini (Nobile, Zappi, Mariano, Viglieri, Biagi, Behounek, Malmgren, Cecioni, Trojani, Pomella morto nell'impatto e la cagnetta del Generale, Titina) vennero sbalzati dall'urto sul ghiaccio mentre il dirigibile riprendeva quota portando con sé gli altri membri dell'equipaggio destinati a scomparire per sempre (Pontremoli, Arduino, Ciocca, Lago, Alessandrini e Caratti). I superstiti, fortunatamente, si trovarono circondati di materiali caduti con l'impatto o gettati eroicamente da Arduino dall'aeronave tra i quali cibo, una radio e la famosa Tenda Rossa (in realtà di color argento, colorata di rosso con dell'anilina, sostanza usata per le rilevazioni altimetriche) entro la quale si adattarono a vivere per sette settimane.

Dall'incidente scaturì la prima spedizione internazionale di soccorso polare e un mese dopo Nobile venne portato in salvo con un piccolo aereo svedese comandato dal tenente svedese Lundborg. Nobile non voleva essere salvato per primo poiché Cecioni aveva una gamba fratturata ma il pilota svedese su precisi ordini fu irremovibile nell'ordinare al generale di essere salvato per primo. Quando il pilota ritornò a prendere gli altri, precipitò egli stesso rimanendo a sua volta imprigionato tra i ghiacci. In totale perirono sette persone dell'equipaggio dell'Italia; lo stesso Amundsen morì, scomparendo per sempre, mentre volava su quelle gelide isole per prendere parte alle ricerche dei dispersi.
Mentre tutte le forze internazionali di soccorso si erano mobilitate per salvare i superstiti, la sola nazione che rimase inerte fu proprio l'Italia. La nave appoggio Città di Milano comandata dal capitano Romagna rimase alla fonda nella Baia del Re su precisi ordini di Roma. Una volta che Nobile vi salì a bordo vi rimase da prigioniero, impossibilitato a fornire utili indicazioni per il salvataggio mentre la stampa su pressione del movimento fascista lo tacciava di vigliaccheria (Nobile non aveva mai espresso il proprio entusiasmo politico verso il regime). Solo il 12 luglio 1928 il rompighiaccio russo Krasin raggiunse i superstiti e li trasse in salvo.

Nobile fu accusato di aver abbandonato i suoi uomini e fu costretto a dimettersi da tutte le cariche. Invano, come lo stesso esploratore raccontò anni dopo in una intervista televisiva nell'ambito della trasmissione realizzata dal giornalista Gianni Bisiach, si rivolse direttamente a Benito Mussolini perché la verità storica fosse ristabilita. Nobile aveva in Italo Balbo, ministro della Regia Aeronautica ed ardente fascista un grande nemico che, si suppone, tramò al fine di imporre la propria visione di un'aeronautica priva degli obsoleti e costosi dirigibili. Di fatto, il governo fascista dell'epoca lo abbandonò al suo destino e solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale il giudizio della commissione d'inchiesta fu sovvertito e Nobile venne riabilitato e promosso al grado di generale.

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Bella cartolina raffigurante un componente della spedizione del Gen. Nobile (con due cani da slitta) presso il campo base nella baia del Re. Fu proprio da qui che parti' la spedizione in dirigibile verso il Polo Nord. Qui, inoltre, Amundsen aveva fissato la sua base preferita per le avventure polari.

Ediz. Pallerini e Fratini - Firenze

Cartolina postale d'epoca, originale e autentica, FP, in buone condizioni, non viaggiata.

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Nota storica: Mentre aveva compiuto quasi tutto il tragitto e mentre spiccavano già all'orizzonte le montagne delle isole Svalbard, l'Italia finì con uno schianto sul ghiaccio durante una violenta tempesta. Dieci uomini (Nobile, Zappi, Mariano, Viglieri, Biagi, Behounek, Malmgren, Cecioni, Trojani, Pomella morto nell'impatto e la cagnetta del Generale, Titina) vennero sbalzati dall'urto sul ghiaccio mentre il dirigibile riprendeva quota portando con sé gli altri membri dell'equipaggio destinati a scomparire per sempre (Pontremoli, Arduino, Ciocca, Lago, Alessandrini e Caratti). I superstiti, fortunatamente, si trovarono circondati di materiali caduti con l'impatto o gettati eroicamente da Arduino dall'aeronave tra i quali cibo, una radio e la famosa Tenda Rossa (in realtà di color argento, colorata di rosso con dell'anilina, sostanza usata per le rilevazioni altimetriche) entro la quale si adattarono a vivere per sette settimane.

Dall'incidente scaturì la prima spedizione internazionale di soccorso polare e un mese dopo Nobile venne portato in salvo con un piccolo aereo svedese comandato dal tenente svedese Lundborg. Nobile non voleva essere salvato per primo poiché Cecioni aveva una gamba fratturata ma il pilota svedese su precisi ordini fu irremovibile nell'ordinare al generale di essere salvato per primo. Quando il pilota ritornò a prendere gli altri, precipitò egli stesso rimanendo a sua volta imprigionato tra i ghiacci. In totale perirono sette persone dell'equipaggio dell'Italia; lo stesso Amundsen morì, scomparendo per sempre, mentre volava su quelle gelide isole per prendere parte alle ricerche dei dispersi.
Mentre tutte le forze internazionali di soccorso si erano mobilitate per salvare i superstiti, la sola nazione che rimase inerte fu proprio l'Italia. La nave appoggio Città di Milano comandata dal capitano Romagna rimase alla fonda nella Baia del Re su precisi ordini di Roma. Una volta che Nobile vi salì a bordo vi rimase da prigioniero, impossibilitato a fornire utili indicazioni per il salvataggio mentre la stampa su pressione del movimento fascista lo tacciava di vigliaccheria (Nobile non aveva mai espresso il proprio entusiasmo politico verso il regime). Solo il 12 luglio 1928 il rompighiaccio russo Krasin raggiunse i superstiti e li trasse in salvo.

Nobile fu accusato di aver abbandonato i suoi uomini e fu costretto a dimettersi da tutte le cariche. Invano, come lo stesso esploratore raccontò anni dopo in una intervista televisiva nell'ambito della trasmissione realizzata dal giornalista Gianni Bisiach, si rivolse direttamente a Benito Mussolini perché la verità storica fosse ristabilita. Nobile aveva in Italo Balbo, ministro della Regia Aeronautica ed ardente fascista un grande nemico che, si suppone, tramò al fine di imporre la propria visione di un'aeronautica priva degli obsoleti e costosi dirigibili. Di fatto, il governo fascista dell'epoca lo abbandonò al suo destino e solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale il giudizio della commissione d'inchiesta fu sovvertito e Nobile venne riabilitato e promosso al grado di generale.