1890 PORTICI (NA) Stabilimento Tipografico VESUVIANO

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C-037189
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1890
STABILIMENTO TIPOGRAFICO VESUVIANO
PORTICI (Napoli)

TARIFFE SPECIALI PER LE OPERE PIE

Lettera del direttore dello Stabilimento Tipografico Vesuviano di Portici, cavalier Ernesto Della Torre, a sindaci e presidenti delle congregazioni di carità per proporre i propri servigi a tariffa agevolata, in base alla legge sulle opere pie del 17 luglio 1890 :
``...che in modo pratico, e con sintesi completa, sarà di guida ed agevolerà il compito a tutte quelle Amministrazioni di beneficenza, che, nelle varietà indicate dalla legge, sono obbligate alla denunzia...''.
Lettera viaggiata con bollo e timbro circolare.

In mediocri condizioni (piegatura d'epoca; strappo al margine superiore)
1 pagina

Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA DEL CONTESTUALIZZATORE
La cosiddetta ``legge sulle opere pie'' varata nel luglio 1890 dal governo Crispi costituì un tentativo di esercitare un controllo sulle circa ventimila istituzioni pubbliche di beneficenza gestite dal clero sul territorio del Regno d'Italia: almeno sulla carta tali ``opere pie'' furono riunite in congregazioni di carità sotto il controllo dei Comuni.

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1890
STABILIMENTO TIPOGRAFICO VESUVIANO
PORTICI (Napoli)

TARIFFE SPECIALI PER LE OPERE PIE

Lettera del direttore dello Stabilimento Tipografico Vesuviano di Portici, cavalier Ernesto Della Torre, a sindaci e presidenti delle congregazioni di carità per proporre i propri servigi a tariffa agevolata, in base alla legge sulle opere pie del 17 luglio 1890 :
``...che in modo pratico, e con sintesi completa, sarà di guida ed agevolerà il compito a tutte quelle Amministrazioni di beneficenza, che, nelle varietà indicate dalla legge, sono obbligate alla denunzia...''.
Lettera viaggiata con bollo e timbro circolare.

In mediocri condizioni (piegatura d'epoca; strappo al margine superiore)
1 pagina

Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA DEL CONTESTUALIZZATORE
La cosiddetta ``legge sulle opere pie'' varata nel luglio 1890 dal governo Crispi costituì un tentativo di esercitare un controllo sulle circa ventimila istituzioni pubbliche di beneficenza gestite dal clero sul territorio del Regno d'Italia: almeno sulla carta tali ``opere pie'' furono riunite in congregazioni di carità sotto il controllo dei Comuni.