1854 NAPOLI Giuseppe VILLAPIANA prega per la fine del colera *Lettera

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16 agosto 1854
NAPOLI

GIUSEPPE VILLAPIANA RASSICURA LO ZIO SULLA FINE DEL COLERA

Affettuosa lettera inviata dal giovane Giuseppe Villapiana allo zio, Luigi de Pascale, consigliere d'intendenza a Sulmona, che rassicura sulla fine del colera:
"... Amatissimo zio, poche righe di fretta per farvi avvisato del mio benessere einsieme dirvi che il colera va diminuendo. Voi intanto proseguite a pregare...".
Lettera prefilatelica viaggiata con timbri lineari.

In buone condizioni.
4 pagine (3 bianche)

Interessante frammento di storia locale.


Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.




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16 agosto 1854
NAPOLI

GIUSEPPE VILLAPIANA RASSICURA LO ZIO SULLA FINE DEL COLERA

Affettuosa lettera inviata dal giovane Giuseppe Villapiana allo zio, Luigi de Pascale, consigliere d'intendenza a Sulmona, che rassicura sulla fine del colera:
"... Amatissimo zio, poche righe di fretta per farvi avvisato del mio benessere einsieme dirvi che il colera va diminuendo. Voi intanto proseguite a pregare...".
Lettera prefilatelica viaggiata con timbri lineari.

In buone condizioni.
4 pagine (3 bianche)

Interessante frammento di storia locale.


Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.