Lunga lettera, interamente, autografa, nella quale lo scultore Claudio Trevi si sfoga e chiede aiuto al critico Renzo Modesti.Trevi parla a ruota libera di altri artisti contemporanei, della lettura delle sue opere, della critica e delle mostre:"... Nessuno mi priva della coerenza, di una mia sigla. Giorgio Mascherpa in camera mia a Milano rilevò subito e si complimentò, guardando delle china fatte a 18 anni... Guttuso è sempre grande perché si ammanta di un linguaggio leggibile anche dallo scemo del villaggio. Questa è solo politica, ma piccina, dei dotti farisei..."Busta viaggiata.CONDIZIONI: FAIR (piegature d'epoca)PAGINE: 7 facciate