1938 Roma Sanatorio Porta Furba FOTO Graziani Bocchetti

SKU:
C-078038
€54,00
Disponibilità attuale:
Aggiunta al carrello in corso… L'articolo è stato aggiunto
14 aprile 1938, Roma
Sanatorio di Porta Furba

Fotografia d'epoca completa di didacalia dattiloscritta al verso: "Con l'alto senso di solidarietà umana, la celebre cantante Gina Cigna, ha voluto tornare a cantare per i ricoverati nel sanatorio Bernardini-Ramazzini a Porta Furba, diretto dal Prof. Bocchetti... Nella foto il Maresciallo Graziani accompagnato dal Prof. Bocchetti si intrattengono cordialmente coi piccoli ricoverati dopo la supenda esibizione artistica di Gina Cigna".

Foto Agenzia Giornalistica Vedo - Roma

Vera fotografia d'epoca, originale e autentica.

In buone condizioni

---------------------------

Nota storica: Rodolfo Graziani (Filettino, 11 agosto 1882 Roma, 11 gennaio 1955) è stato un generale e politico italiano.
Servì nel Regio esercito italiano durante la prima e seconda guerra mondiale.

Esperto di guerre coloniali, operò con efficacia ma con spietata durezza nella riconquista della Libia (1921-1931) e durante la Guerra d'Etiopia e nella successiva repressione della guerriglia abissina (1935-1937). Durante la seconda guerra mondiale divenne Governatore e comandante superiore in Libia ma venne duramente sconfitto dall'esercito inglese (1940-1941) e sostituito; dopo un periodo di ritiro accettò da Mussolini l'incarico, nella costituenda Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della Guerra che mantenne fino al crollo finale del 1945, partecipando alla dura lotta contro la Resistenza italiana ed ai tentativi di ricostituire un nuovo esercito italiano filo-tedesco.

Nel 1938 il suo nome compare tra i firmatari del Manifesto della razza in appoggio alle leggi razziali fasciste. Il 3 novembre del 1939, a Seconda guerra mondiale già iniziata, Graziani divenne capo di stato maggiore dell'esercito: questa carica lo rendeva però direttamente dipendente da Mussolini, dal Re Vittorio Emanuele III di Savoia e dallo stesso Badoglio, col quale non correva buon sangue. Anche se contrario all'ingresso dell'Italia nel conflitto, poco dopo la dichiarazione di guerra Graziani partecipò ad alcune operazioni minori contro la Francia. Il 24 giugno i francesi chiesero l'armistizio e quattro giorni dopo Graziani tornò a Roma, dove ricevette la notizia della morte di Italo Balbo. Costretto a succedergli nella carica di governatore della Libia, gli venne ordinato dal Duce di invadere l'Egitto.

L'attacco, difficile per le carenze logistiche e di armamento delle forze italiane scarsamente motorizzate, iniziò il 25 agosto sotto la minaccia di Mussolini di ritorsioni verso di lui. Dopo una inutile avanzata fino a Sidi El Barrani (poco contrastata dai mobilissimi reparti inglesi del generale O'Connor), le forze di Graziani rimasero ferme per quattro mesi organizzando grandi e inutili campi trincerati nel deserto mediocremente collegati tra loro e con modeste riserve mobili. La controffensiva inglese del 9 dicembre 1940 (Operazione Compass) travolse completamente lo schieramento italiano: le truppe britanniche, molto inferiori numericamente ma totalmente motorizzate e con alcune centinaia di potenti carri armati Matilda e Cruiser, aggirarono e circondarono le truppe italiane ottenendo un successo clamoroso. Graziani venne completamente sorpreso e non fu in grado di organizzare una difesa efficace; impiegando a gruppi le sue consistenti forze (invece di radunare tutte le sue truppe e organizzare reparti corazzati di riserva), venne progressivamente battuto dalle forze britanniche a Bardia, Tobruk e Beda Fomm (gennaio-febbraio 1941); fu una disfatta totale; oltre 130.000 soldati italiani venero catturati [17], tutto il materiale venne perduto, i resti della 10ª Armata ripiegarono sulla posizione di El Agheila perdendo tutta la Cirenaica.

A seguito di un telegramma inviatogli da Graziani, Mussolini disse indignato a Ciano:
        « Ecco un altro uomo col quale non posso arrabbiarmi perché lo disprezzo »
        
Graziani mostrò gravi carenze di condotta tattica e strategica ed ebbe anche un crollo morale: disperando della salvezza anche della Tripolitania, il maresciallo sollecitò ora (dopo averlo ripetutamente rifiutato) l'arrivo della forze meccanizzate tedesche proposte da Hitler (Afrika Korps).

L'11 febbraio del 1941 venne destituito da Mussolini (furibondo per la sconfitta e per la condotta militare del maresciallo). Graziani lasciò la Libia e tornò in Italia: subito alcuni potenti uomini politici chiesero ed ottennero un'inchiesta contro di lui (Roberto Farinacci lo accusò privatamente di "codardia")[senza fonte]. Nel novembre 1941 fu così nominata una commissione d'inchiesta con a capo l'ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Nel marzo 1942 questa concluse i propri lavori senza prendere alcun provvedimento. Per oltre due anni Graziani rimase senza nessun incarico.

CONTATTACI

14 aprile 1938, Roma
Sanatorio di Porta Furba

Fotografia d'epoca completa di didacalia dattiloscritta al verso: "Con l'alto senso di solidarietà umana, la celebre cantante Gina Cigna, ha voluto tornare a cantare per i ricoverati nel sanatorio Bernardini-Ramazzini a Porta Furba, diretto dal Prof. Bocchetti... Nella foto il Maresciallo Graziani accompagnato dal Prof. Bocchetti si intrattengono cordialmente coi piccoli ricoverati dopo la supenda esibizione artistica di Gina Cigna".

Foto Agenzia Giornalistica Vedo - Roma

Vera fotografia d'epoca, originale e autentica.

In buone condizioni

---------------------------

Nota storica: Rodolfo Graziani (Filettino, 11 agosto 1882 Roma, 11 gennaio 1955) è stato un generale e politico italiano.
Servì nel Regio esercito italiano durante la prima e seconda guerra mondiale.

Esperto di guerre coloniali, operò con efficacia ma con spietata durezza nella riconquista della Libia (1921-1931) e durante la Guerra d'Etiopia e nella successiva repressione della guerriglia abissina (1935-1937). Durante la seconda guerra mondiale divenne Governatore e comandante superiore in Libia ma venne duramente sconfitto dall'esercito inglese (1940-1941) e sostituito; dopo un periodo di ritiro accettò da Mussolini l'incarico, nella costituenda Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della Guerra che mantenne fino al crollo finale del 1945, partecipando alla dura lotta contro la Resistenza italiana ed ai tentativi di ricostituire un nuovo esercito italiano filo-tedesco.

Nel 1938 il suo nome compare tra i firmatari del Manifesto della razza in appoggio alle leggi razziali fasciste. Il 3 novembre del 1939, a Seconda guerra mondiale già iniziata, Graziani divenne capo di stato maggiore dell'esercito: questa carica lo rendeva però direttamente dipendente da Mussolini, dal Re Vittorio Emanuele III di Savoia e dallo stesso Badoglio, col quale non correva buon sangue. Anche se contrario all'ingresso dell'Italia nel conflitto, poco dopo la dichiarazione di guerra Graziani partecipò ad alcune operazioni minori contro la Francia. Il 24 giugno i francesi chiesero l'armistizio e quattro giorni dopo Graziani tornò a Roma, dove ricevette la notizia della morte di Italo Balbo. Costretto a succedergli nella carica di governatore della Libia, gli venne ordinato dal Duce di invadere l'Egitto.

L'attacco, difficile per le carenze logistiche e di armamento delle forze italiane scarsamente motorizzate, iniziò il 25 agosto sotto la minaccia di Mussolini di ritorsioni verso di lui. Dopo una inutile avanzata fino a Sidi El Barrani (poco contrastata dai mobilissimi reparti inglesi del generale O'Connor), le forze di Graziani rimasero ferme per quattro mesi organizzando grandi e inutili campi trincerati nel deserto mediocremente collegati tra loro e con modeste riserve mobili. La controffensiva inglese del 9 dicembre 1940 (Operazione Compass) travolse completamente lo schieramento italiano: le truppe britanniche, molto inferiori numericamente ma totalmente motorizzate e con alcune centinaia di potenti carri armati Matilda e Cruiser, aggirarono e circondarono le truppe italiane ottenendo un successo clamoroso. Graziani venne completamente sorpreso e non fu in grado di organizzare una difesa efficace; impiegando a gruppi le sue consistenti forze (invece di radunare tutte le sue truppe e organizzare reparti corazzati di riserva), venne progressivamente battuto dalle forze britanniche a Bardia, Tobruk e Beda Fomm (gennaio-febbraio 1941); fu una disfatta totale; oltre 130.000 soldati italiani venero catturati [17], tutto il materiale venne perduto, i resti della 10ª Armata ripiegarono sulla posizione di El Agheila perdendo tutta la Cirenaica.

A seguito di un telegramma inviatogli da Graziani, Mussolini disse indignato a Ciano:
        « Ecco un altro uomo col quale non posso arrabbiarmi perché lo disprezzo »
        
Graziani mostrò gravi carenze di condotta tattica e strategica ed ebbe anche un crollo morale: disperando della salvezza anche della Tripolitania, il maresciallo sollecitò ora (dopo averlo ripetutamente rifiutato) l'arrivo della forze meccanizzate tedesche proposte da Hitler (Afrika Korps).

L'11 febbraio del 1941 venne destituito da Mussolini (furibondo per la sconfitta e per la condotta militare del maresciallo). Graziani lasciò la Libia e tornò in Italia: subito alcuni potenti uomini politici chiesero ed ottennero un'inchiesta contro di lui (Roberto Farinacci lo accusò privatamente di "codardia")[senza fonte]. Nel novembre 1941 fu così nominata una commissione d'inchiesta con a capo l'ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Nel marzo 1942 questa concluse i propri lavori senza prendere alcun provvedimento. Per oltre due anni Graziani rimase senza nessun incarico.