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RAVENNA
UMBERTO II AL MAUSOLEO DI ALFREDO ORIANI
Fotografia d'epoca raffigurante il Principe di Piemonte Umberto II al Mausoleo di Alfredo Oriani a Ravenna, in occasione delle cerimonie commemorative in onore dello scrittore.
Al verso timbro datario e didascalia manoscritta coeva:
"Il Principe di Piemonte e le autorità ai piedi del mausoleo di Oriani. Ravenna, Il Cardello, 18 ottobre XVI".
All'angolo inferiore sinistro timbro a secco:
Casadio, Ravenna
In buone condizioni.
Vera fotografia d'epoca, originale, autentica.
NOTA DEL REDATTORE:
Alfredo Oriani (1852 1909) è stato un poeta e scrittore italiano. Per quanto discendesse da una famiglia privilegiata della piccola aristocrazia, ebbe un'infanzia difficile, priva di quegli affetti che rendono serena e felice la vita di un bimbo. Il ragazzo crebbe scontroso e solitario, e più tardi rivelò queste sue caratteristiche anche nelle proprie opere. Si recò a Roma per frequentare la facoltà di Legge. Da Roma passò a Bologna, a far pratica presso lo studio di un legale. Intanto la sua famiglia si era trasferita da Faenza a Casola, nella Valle del Senio, dove possedeva la Villa del Cardello. In questa casa Oriani trascorse interamente la propria esistenza, un'esistenza amareggiata da continue delusioni per l'invincibile silenzio che la critica manteneva intorno alle sue pubblicazioni, spesso considerate oscene. Le sue opere spaziano dal romanzo ai trattati di politica e di storia, dai testi teatrali agli articoli di giornale. Uno dei suoi ultimi lavori fu Bicicletta, una raccolta di novelle in cui egli abbandonò lo stile enfatico e veemente dei suoi primi racconti. La sua fama di scrittore fu a lungo legata soprattutto alle opere di pubblicistica storica e politica: Fino a Dogali (1889), in cui analizzò le cause della crisi religiosa ed economica della nuova Italia; La lotta politica in Italia (1892) che narra le vicende storiche italiane dal Medioevo al Risorgimento; La rivolta ideale (1908), nella quale Oriani espone il suo credo politico affermando la necessità di uno Stato forte che regoli con ampi poteri la vita sociale. Quest'opera, come del resto molte altre, venne curata da Benito Mussolini: il fascismo infatti, a partire dalla Marcia al Cardello, riconobbe nella sua figura un precursore dell'idea.