1938 Milano GIOVANNI NINO HOST VENTURI alla Permanente

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31 gennaio 1938
Milano - Palazzo della Permanente
GIOVANNI HOST VENTURI ("NINO") ALLA MOSTRA DEL CICLO E DEL MOTOCICLO

Vera fotografia d'epoca con nota dattiloscritta al verso:

"La inaugurazione della XIX Mostra del Ciclo e del Motociclo a Milano nel Palazzo della Permantente.
S.E. Venturi per il governo e colle autorità alla mostra.
Le autorità all'ingresso della mostra
."

Agenzia Fotografica Argo - Milano

Vera fotografia d'epoca, originale, autentica.

Nota del contestualizzatore:
(Fiume, 24 giugno 1892 Buenos Aires, 29 aprile 1980), è stato un politico e storico italiano. Capitano degli Arditi ed irredentista, legò il proprio nome alle vicende storiche dell'impresa di Fiume concepita da Gabriele D'Annunzio.
A Fiume, nell'aprile 1919, Giovanni Host-Venturi creò la Legione fiumana, costituita da un nucleo di volontari per difendere la città dal contingente francese ritenuto filo-iugoslavo.[1]
Simpatizzante fascista all'indomani dell'impresa fiumana, fu fra i fautori di un'assimilazione forzosa delle popolazioni allogene presenti in Venezia Giulia. Celebre fu un suo discorso anticlericale tenuto il 23 maggio 1925 al Congresso dei fascisti istriani[2], in cui denunciava l'uso delle lingue slave da parte dei religiosi sloveni e croati, nell'officiare la messa e nelle predicazioni. Nel 1927, in un convegno che ebbe luogo a Trieste, Host-Venturi, con Bruno Coceani, Giuseppe Cobolli ed altri gerarchi giuliani e friulani, tracciò le linee direttive per una completa italianizzazione delle minoranze alloglotte presenti in Friuli, Venezia Giulia e Zara[3].
Passato nelle file dei fascisti intransigenti, Host-Venturi, al pari di Mario Carli, venne talvolta considerato un "fascista di sinistra".
Nella seconda metà degli anni trenta fu prima Sottosegretario di Stato alla Marina mercantile, poi, fra il 1939 e il 1943, Ministro delle Comunicazioni. Cinque mesi prima della caduta del fascismo, per ragioni che non ci sono note, fu estromesso dal governo dallo stesso Mussolini in seguito a un profondo rimpasto della compagine governativa operato dal "Duce". Non occupò posizioni di rilievo durante la RSI. Trasferitosi nel 1948 in Argentina[4], morì suicida a Buenos Aires nel 1980.
Suo figlio Franco, nato a Roma nel 1937, ma emigrato in giovanissima età in Argentina con la famiglia, divenne un noto pittore e vignettista. Sequestrato a Mar del Plata il 24.2.1976[5] venne ufficialmente considerato desaparecido negli anni ottanta.

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31 gennaio 1938
Milano - Palazzo della Permanente
GIOVANNI HOST VENTURI ("NINO") ALLA MOSTRA DEL CICLO E DEL MOTOCICLO

Vera fotografia d'epoca con nota dattiloscritta al verso:

"La inaugurazione della XIX Mostra del Ciclo e del Motociclo a Milano nel Palazzo della Permantente.
S.E. Venturi per il governo e colle autorità alla mostra.
Le autorità all'ingresso della mostra
."

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Vera fotografia d'epoca, originale, autentica.

Nota del contestualizzatore:
(Fiume, 24 giugno 1892 Buenos Aires, 29 aprile 1980), è stato un politico e storico italiano. Capitano degli Arditi ed irredentista, legò il proprio nome alle vicende storiche dell'impresa di Fiume concepita da Gabriele D'Annunzio.
A Fiume, nell'aprile 1919, Giovanni Host-Venturi creò la Legione fiumana, costituita da un nucleo di volontari per difendere la città dal contingente francese ritenuto filo-iugoslavo.[1]
Simpatizzante fascista all'indomani dell'impresa fiumana, fu fra i fautori di un'assimilazione forzosa delle popolazioni allogene presenti in Venezia Giulia. Celebre fu un suo discorso anticlericale tenuto il 23 maggio 1925 al Congresso dei fascisti istriani[2], in cui denunciava l'uso delle lingue slave da parte dei religiosi sloveni e croati, nell'officiare la messa e nelle predicazioni. Nel 1927, in un convegno che ebbe luogo a Trieste, Host-Venturi, con Bruno Coceani, Giuseppe Cobolli ed altri gerarchi giuliani e friulani, tracciò le linee direttive per una completa italianizzazione delle minoranze alloglotte presenti in Friuli, Venezia Giulia e Zara[3].
Passato nelle file dei fascisti intransigenti, Host-Venturi, al pari di Mario Carli, venne talvolta considerato un "fascista di sinistra".
Nella seconda metà degli anni trenta fu prima Sottosegretario di Stato alla Marina mercantile, poi, fra il 1939 e il 1943, Ministro delle Comunicazioni. Cinque mesi prima della caduta del fascismo, per ragioni che non ci sono note, fu estromesso dal governo dallo stesso Mussolini in seguito a un profondo rimpasto della compagine governativa operato dal "Duce". Non occupò posizioni di rilievo durante la RSI. Trasferitosi nel 1948 in Argentina[4], morì suicida a Buenos Aires nel 1980.
Suo figlio Franco, nato a Roma nel 1937, ma emigrato in giovanissima età in Argentina con la famiglia, divenne un noto pittore e vignettista. Sequestrato a Mar del Plata il 24.2.1976[5] venne ufficialmente considerato desaparecido negli anni ottanta.