1937 Venezia Riva Impero (Sette Martiri) *nave CIGNO

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Venezia, 23 marzo 1937
INAUGURAZIONE RIVA DELL'IMPERO
MOTONAVE CIGNO

Vera fotografia d'epoca, completa di timbro datario e di coeva didascalia dattiloscritta al verso: "Alla presenza di S.E. il Ministro dei Lavori Pubblici e di S.A.R. il Duca di Genova si è ianugurata la Riva dell'Impero a Venezia... Ecco la nuova unità della Marina il CIGNO con a bordo S.E mentre per la prima volta attracca alla banchina."

Foto Giacomelli - Venezia
(timbro al verso)

Vera fotografia d'epoca, originale e autentica.

In buone condizioni

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Nota del redattore: la Riva dei Sette Martiri (già Riva dell'Impero) è una riva monumentale della città di Venezia. Ubicata nel sestiere di Castello, costeggia la parte del Bacino di San Marco tra l'Arsenale e i Giardini della Biennale e costituisce il prolungamento della Riva degli Schiavoni e delle rive successive (Riva di Ca' di Dio e Riva di San Biagio).
La Riva venne costruita appunto durante il ventennio fascista, con intenti celebrativi, e prese il posto della lunga sequenza di squeri e cantieri navali che per secoli avevano operato nella zona e venne originariamente denominata Riva dell'Impero con riferimento alla costituzione dell'Impero Italiano da parte di Benito Mussolini. La costruzione iniziò nel 1936 e durò cinque anni, fino all'inaugurazione nel 1941. Durante la seconda guerra mondiale fu teatro di un tragico episodio contro le forze partigiane da parte dell'esercito tedesco. A seguito della scomparsa di un soldato tedesco (che si scoprì poi essere annegato dopo essere caduto in acqua ubriaco), il comando tedesco decise di fucilare per rappresaglia sette prigionieri politici (i Sette Martiri a cui si deve il nome attuale), detenuti nelle carceri cittadine di Santa Maria Maggiore. La mattina del 3 agosto 1944 i sette furono legati uno all'altro tra i primi due lampioni della Riva, appena ai piedi del Ponte della Veneta Marina e ivi fucilati. Prima dell'esecuzione, le truppe tedesche rastrellarono oltre 500 abitanti del quartiere, ad alta concentrazione di antifascisti, obbligandoli ad assistere alla fucilazione. I cadaveri vennero lasciati esposti per diversi giorni a titolo di monito e sorvegliati a vista dai soldati tedeschi per impedirne la rimozione. Per molti anni la Riva venne usata anche come approdo portuale per l'imbarco e sbarco da parte di navi passeggeri e di traghetti. Attualmente invece viene utilizzata per l'approdo temporaneo di mezzi da diporto o turistici di grandi dimensioni.

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