1930 ROMA Giulio Aristide SARTORIO all'Accademia d'ITALIA *Fotografia di gruppo

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Roma, 20 agosto 1930
Reale Accademia d'Italia - Foto di Gruppo

Vera fotografia d'epoca completa di didascalia dattiloscritta al verso: "Il Prof. Magaffin, S.E. Sartorio e altre autorità all'Accademia d'Italia".

Fotografia d'epoca, originale e autentica.

La fotografia versa in buone condizioni.

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Nota del contestualizzatore: La Reale Accademia d'Italia fu fondata nel 1926 con il compito di promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti, di conservare puro il carattere nazionale, secondo il genio e le tradizioni della stirpe e di favorirne l'espansione e l'influsso oltre i confini dello Stato (art. 2 dello Statuto).
        « Eccellenze, signore, signori! Sono fiero di aver fondato l'Accademia d'Italia: Sono certo che essa sarà all'altezza del suo compito nei secoli e nei millenni della nostra storia. Sono lieto d'inaugurare ufficialmente l'Accademia d'Italia nel simbolo del Littorio e nel nome augusto del Re ».
Così Mussolini conclude, il 28 ottobre del 1929, il discorso con cui l'Accademia d'Italia "entra ufficialmente nella scena del mondo, si mette senz'altro al lavoro".
Gli accademici saranno sessanta, nominati a vita con decreto reale su proposta del capo del governo. Godranno di un assegno annuo di 36.000 lire oltre ai gettoni di presenza. Nelle pubbliche funzioni e cerimonie indosseranno l'uniforme. il primo gruppo di trenta accademici proviene in prevalenza dai lincei; successivamente l'eclettismo cui si ispira la politica culturale di Mussolini vi porta le varie componenti di cui è costituita l'ideologia fascista: idealismo, nazionalismo, spiritualismo, futurismo. Nel corso degli anni '30 si registra l'inserimento di ecclesiastici, da Lorenzo Perosi al cardinale Pietro Gasparri. L'Accademia viene divisa in quattro classi di quindici membri ciascuna: scienze fisiche, matematiche e naturali; scienze morali e storiche; lettere; arti.
Ciò che impressiona, ed è un fatto che ha costituito oggettivamente un elemento di influenza nei confronti dei giovani del tempo, è il vedere accanto a nomi scontati della cultura fascista quelli di ben altre persone: Enrico Fermi il fisico che espatrierà per non lasciare la moglie ebrea, Giancarlo Vallauri, uno dei primi scienziati dell'elettronica; i poeti Salvatore Di Giacomo, Cesare Pascarella, Ada Negri e Giuseppe Ungaretti; i grecisti Ettore Romagnoli e Ettore Brignone; i glottologi Antonino Pagliaro e Alfredo Trombetti; gli scultori Pietro Canonica e Francesco Messina, il pittore Pietro Gaudenzi; il chimico Francesco Giordano; l'orientalista Giuseppe Tucci; i compositori Pietro Mascagni, Ottorino Respighi, Francesco Cilea, Lorenzo Perosi, Ildebrando Pizzetti e Umberto Giordano; l'archeologo Amedeo Maiuri; gli scrittori Luigi Pirandello, Giovanni Papini, Filippo Tommaso Marinetti, Ardengo Soffici, Riccardo Bacchelli, Massimo Bontempelli ed Emilio Cecchi. E poi Luigi Einaudi, Arturo Carlo Jemolo, Concetto Marchesi, Giovanni Gentile, Armando Carlini, Giuseppe Bottai, Cesare Maria De Vecchi ecc.

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Roma, 20 agosto 1930
Reale Accademia d'Italia - Foto di Gruppo

Vera fotografia d'epoca completa di didascalia dattiloscritta al verso: "Il Prof. Magaffin, S.E. Sartorio e altre autorità all'Accademia d'Italia".

Fotografia d'epoca, originale e autentica.

La fotografia versa in buone condizioni.

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Nota del contestualizzatore: La Reale Accademia d'Italia fu fondata nel 1926 con il compito di promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti, di conservare puro il carattere nazionale, secondo il genio e le tradizioni della stirpe e di favorirne l'espansione e l'influsso oltre i confini dello Stato (art. 2 dello Statuto).
        « Eccellenze, signore, signori! Sono fiero di aver fondato l'Accademia d'Italia: Sono certo che essa sarà all'altezza del suo compito nei secoli e nei millenni della nostra storia. Sono lieto d'inaugurare ufficialmente l'Accademia d'Italia nel simbolo del Littorio e nel nome augusto del Re ».
Così Mussolini conclude, il 28 ottobre del 1929, il discorso con cui l'Accademia d'Italia "entra ufficialmente nella scena del mondo, si mette senz'altro al lavoro".
Gli accademici saranno sessanta, nominati a vita con decreto reale su proposta del capo del governo. Godranno di un assegno annuo di 36.000 lire oltre ai gettoni di presenza. Nelle pubbliche funzioni e cerimonie indosseranno l'uniforme. il primo gruppo di trenta accademici proviene in prevalenza dai lincei; successivamente l'eclettismo cui si ispira la politica culturale di Mussolini vi porta le varie componenti di cui è costituita l'ideologia fascista: idealismo, nazionalismo, spiritualismo, futurismo. Nel corso degli anni '30 si registra l'inserimento di ecclesiastici, da Lorenzo Perosi al cardinale Pietro Gasparri. L'Accademia viene divisa in quattro classi di quindici membri ciascuna: scienze fisiche, matematiche e naturali; scienze morali e storiche; lettere; arti.
Ciò che impressiona, ed è un fatto che ha costituito oggettivamente un elemento di influenza nei confronti dei giovani del tempo, è il vedere accanto a nomi scontati della cultura fascista quelli di ben altre persone: Enrico Fermi il fisico che espatrierà per non lasciare la moglie ebrea, Giancarlo Vallauri, uno dei primi scienziati dell'elettronica; i poeti Salvatore Di Giacomo, Cesare Pascarella, Ada Negri e Giuseppe Ungaretti; i grecisti Ettore Romagnoli e Ettore Brignone; i glottologi Antonino Pagliaro e Alfredo Trombetti; gli scultori Pietro Canonica e Francesco Messina, il pittore Pietro Gaudenzi; il chimico Francesco Giordano; l'orientalista Giuseppe Tucci; i compositori Pietro Mascagni, Ottorino Respighi, Francesco Cilea, Lorenzo Perosi, Ildebrando Pizzetti e Umberto Giordano; l'archeologo Amedeo Maiuri; gli scrittori Luigi Pirandello, Giovanni Papini, Filippo Tommaso Marinetti, Ardengo Soffici, Riccardo Bacchelli, Massimo Bontempelli ed Emilio Cecchi. E poi Luigi Einaudi, Arturo Carlo Jemolo, Concetto Marchesi, Giovanni Gentile, Armando Carlini, Giuseppe Bottai, Cesare Maria De Vecchi ecc.