1927 EMILIO AMBRON Testa di giovane uomo *Disegno a matita per DEDALO 24x35 cm

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Interessante disegno a matita su carta, realizzato dal noto artista Emilio Ambron per la rivista "Dedalo" di Ugo Ojetti, con indicazione "Anno 7, vol. 2"

CONDIZIONI: fair

BIOGRAFIA:

Emilio Ambron nasce a Roma nel 1905 da Aldo e Amelia. Il padre ingegnere e uomo d’affari e la madre, pittrice – era stata allieva di Antonio Mancini-, incoraggiano Emilio fin dai primi anni di vita a sviluppare le proprie doti artistiche. Un’infanzia passata fra l’Egitto, dove il padre ha un incarico e Roma, sempre in contatto con artisti e intellettuali che frequentano casa Ambron. Studia al Liceo Classico e contemporaneamente comincia ad andare in giro per Roma, ritraendo scene e personaggi.

Negli anni ’20 torna più volte in Egitto, dove nel ’22 ad Alessandria ha luogo la sua prima personale. Nello stesso periodo inizia a frequentare lo studio di Giacomo Balla, incoraggiato dalla madre, amica personale dell’artista, che vede nel figlio delle potenzialità artistiche che necessitano di una abile guida. Anche il padre è orgoglioso del talento artistico del figlio, ma lo convince comunque ad iscriversi a giurisprudenza. Emilio si piega al desiderio del padre, ma si iscrive contemporaneamente all’Accademia inglese di Roma e dopo la laurea si dedicherà esclusivamente all’arte.

Nel 1926 si tiene la sua prima mostra italiana a Roma, presso la Società Amatori e Cultori di Roma. Nel ’27 il Duca degli Abruzzi lo invita a partecipare ad una missione artistica in Somalia. I disegni di luoghi e volti africani verranno pubblicati in vari periodici italiani e stranieri. Nel ’33 si trasferisce a Firenze, dove verrà a contatto con numerosi artisti, in particolare Baccio Maria Bacci col quale stringerà amicizia e studierà la tecnica dell’affresco, collaborando con lui a La Verna nelle Storie Francescane. Continua a viaggiare molto, visitando le capitali europee e nel 38 è a Parigi, dove il clima politico è già rovente per l’approssimarsi della guerra.

Insieme alla sorella Gilda, decide quindi di partire per Bali e quello che doveva essere un breve viaggio diventa un lungo soggiorno in Oriente, da cui rientrerà alla fine della guerra, nel 1946, dopo aver visitato Cina, Indocina, Cambogia, India ed aver trovato una seconda patria a Bali, che diventa uno dei suoi soggetti artistici preferiti. Al suo rientro in Italia espone in varie città. Nel ’51 gli viene commissionato l’affresco L’incontro di Dante e Sapìa per la biblioteca dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Nel ’58 esegue per il Salone d’Onore del Padiglione italiano all’Esposizione Universale di Bruxelles un grande pannello. Nel ’63 viene premiato con la Medaglia d’oro al XIV Premio Avezzano. Dopo aver tenuto due importanti mostre, nel ’66 a Venezia e nel ’67 a Parigi, nel 1968 torna per la prima volta a Bali e da ora in poi i suoi soggiorni sull’isola saranno frequenti.

Nel 1985 dona un gruppo di disegni al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze e un altro gruppo di sue opere al Museo Pinacoteca San Francesco della Repubblica di San Marino. Altre donazioni sono state fatte al Museo Civico di Bali e alla Fondazione Lercaro di Bologna.

Muore a Firenze nel 1996.


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Interessante disegno a matita su carta, realizzato dal noto artista Emilio Ambron per la rivista "Dedalo" di Ugo Ojetti, con indicazione "Anno 7, vol. 2"

CONDIZIONI: fair

BIOGRAFIA:

Emilio Ambron nasce a Roma nel 1905 da Aldo e Amelia. Il padre ingegnere e uomo d’affari e la madre, pittrice – era stata allieva di Antonio Mancini-, incoraggiano Emilio fin dai primi anni di vita a sviluppare le proprie doti artistiche. Un’infanzia passata fra l’Egitto, dove il padre ha un incarico e Roma, sempre in contatto con artisti e intellettuali che frequentano casa Ambron. Studia al Liceo Classico e contemporaneamente comincia ad andare in giro per Roma, ritraendo scene e personaggi.

Negli anni ’20 torna più volte in Egitto, dove nel ’22 ad Alessandria ha luogo la sua prima personale. Nello stesso periodo inizia a frequentare lo studio di Giacomo Balla, incoraggiato dalla madre, amica personale dell’artista, che vede nel figlio delle potenzialità artistiche che necessitano di una abile guida. Anche il padre è orgoglioso del talento artistico del figlio, ma lo convince comunque ad iscriversi a giurisprudenza. Emilio si piega al desiderio del padre, ma si iscrive contemporaneamente all’Accademia inglese di Roma e dopo la laurea si dedicherà esclusivamente all’arte.

Nel 1926 si tiene la sua prima mostra italiana a Roma, presso la Società Amatori e Cultori di Roma. Nel ’27 il Duca degli Abruzzi lo invita a partecipare ad una missione artistica in Somalia. I disegni di luoghi e volti africani verranno pubblicati in vari periodici italiani e stranieri. Nel ’33 si trasferisce a Firenze, dove verrà a contatto con numerosi artisti, in particolare Baccio Maria Bacci col quale stringerà amicizia e studierà la tecnica dell’affresco, collaborando con lui a La Verna nelle Storie Francescane. Continua a viaggiare molto, visitando le capitali europee e nel 38 è a Parigi, dove il clima politico è già rovente per l’approssimarsi della guerra.

Insieme alla sorella Gilda, decide quindi di partire per Bali e quello che doveva essere un breve viaggio diventa un lungo soggiorno in Oriente, da cui rientrerà alla fine della guerra, nel 1946, dopo aver visitato Cina, Indocina, Cambogia, India ed aver trovato una seconda patria a Bali, che diventa uno dei suoi soggetti artistici preferiti. Al suo rientro in Italia espone in varie città. Nel ’51 gli viene commissionato l’affresco L’incontro di Dante e Sapìa per la biblioteca dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Nel ’58 esegue per il Salone d’Onore del Padiglione italiano all’Esposizione Universale di Bruxelles un grande pannello. Nel ’63 viene premiato con la Medaglia d’oro al XIV Premio Avezzano. Dopo aver tenuto due importanti mostre, nel ’66 a Venezia e nel ’67 a Parigi, nel 1968 torna per la prima volta a Bali e da ora in poi i suoi soggiorni sull’isola saranno frequenti.

Nel 1985 dona un gruppo di disegni al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze e un altro gruppo di sue opere al Museo Pinacoteca San Francesco della Repubblica di San Marino. Altre donazioni sono state fatte al Museo Civico di Bali e alla Fondazione Lercaro di Bologna.

Muore a Firenze nel 1996.