1918 VENEZIA Pittrice Alma FIDORA sola senza il marito Ugo NEBBIA *Cartolina
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ALMA FIDORA RIMASTA SOLA A VENEZIA SENZA UGO NEBBIA
Interessante cartolina postale, inviata alla celebre pittrice futurista Alma Fidora da un'amica (non meglio identificata), che cerca di consolarla per la lontananza del marito, il critico Ugo Nebbia:
"... Sperava di veder Ugo al ritorno del suo viaggio di Berlino. E' proprio una bella vita, assai movimentata, che da un poco di tempo trascorre Ugo. Come va la vita così sola cara Alma? Ma pazienza bisogna abituarsi a tutto...".
In mediocri condizioni (piegature angolari).
Cartolina postale d'epoca, originale, autentica, FP, VG.
NOTA BIOGRAFICA
ALMA FIDORA - Nacque a Milano il 10 luglio 1894. Compiuti gli studi di magistero, si iscrisse alla facoltà di lettere nella città natale, dove conobbe giovanissima il perugino Ugo Nebbia, che era allora ispettore della Soprintendenza ai monumenti del capoluogo lombardo e svolgeva una coraggiosa attività di critico d'arte. Proprio nel gruppo di Nuove tendenze, di cui Nebbia fu promotore con L. Dudreville, la F. esordì non ancora ventenne, partecipando alla mostra inaugurata il 20 maggio 1914 alla Famiglia artistica di Milano, con quattro stoffe ricamate (Note di colore) dalle forme astratte di ascendenza secessionista.
Allo scoppio della guerra la F. condivise le scelte interventiste di molti componenti del gruppo futurista milanese: se Nebbia, A. Sant'Elia, C. Erba, A. Funi partirono volontari per il fronte, la F. svolse l'attività di insegnante nelle zone colpite dal conflitto. Alla fine della guerra seguì Nebbia che aveva ripreso il suo incarico in Soprintendenza: dopo averlo accompagnato a Palermo e a Nervi nel 1921, si trasferì a Venezia nel 1922. Nella città lagunare, dove visse per un decennio prima di ritornare a Genova, lavorò come disegnatrice di ventagli, di tessuti e di vestiti, e si occupò di moda firmando, con lo pseudonimo di Marequita, servizi e corrispondenze sulla pagina del lunedì della Gazzetta di Venezia.
Ma fu ancora una volta con i futuristi, allora fortemente impegnati sul versante delle arti decorative, che la F. tornò ad esporre, partecipando nel 1925, con alcuni pannelli ricamati, all'Exposition internationale des arts décoratifà et industriels modemes di Parigi nella sala allestita da Prampolini nel padiglione italiano e, l'anno seguente, alla Mostra del futurismo italiano ordinata da F. T. Marinetti nell'ambito della Biennale veneziana (espose il dipinto Complicazioni: cfr. catal. p. 229).
Nel 1940 la maggior parte della sua produzione, l'archivio e la sua biblioteca vennero distrutti dai bombardamenti aerei che colpirono il palazzo reale di Milano, dove la F. risiedeva da quell'anno col marito, presso la Soprintendenza.
Nel secondo dopoguerra non prese più parte a mostre, ma diresse per due anni il centro artistico di S. Babila di Milano. Continuò a viaggiare intensamente (in Russia, in Giappone) anche dopo la morte del marito avvenuta nel 1965. Nel 1980 il suo lavoro fu riproposto nell'ambito delle due mostre milanesi dedicate, l'una, alle artiste delle avanguardie storiche e, l'altra, al gruppo di Nuove tendenze.
La F. morì a Milano nel 1980.