Lettera autografa del latinista Zeffirino Re (1782-1864) al conte Severino Servanzi Collio, erudito marchigiano con il quale intrattenne una fitta corrispondenza. Zeffirino Re, benché tormentato da grave malattia, continua a comporre epigrammi che invia in calce alla lettera e pensa alla sua traduzione di Giovenale: ``… Il gentilissimo napoleonico cav. Fioretti mi ha dato quattro firme in Jesi per la mia traduzione di Giovenale. Sono vantaggi che devo a Lei…''. Tra gli epigrammi in calce alla lettera si segnalano 'Molti rosarii e poche pagnotte', 'Pochi lumi', 'Difficile guarigione', 'Il demonio muto' e 'Furto ad un povero gobbo'. Allegato alla lettera un breve riassunto della stessa, probabilmente di mano di Servanzi Collio. 4 pagine (1 bianca)
POOR/danneggiato gualciture e vari tagli laterali