1852 NAPOLI Invio Luigi DE PASCALE al Ministero dell'Interno *Prefilatelica

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7 febbraio 1852
NAPOLI

LUIGI DE PASCALE INVIA CONTI AL MINISTERO DELL'INTERNO

Lettera prefilatelica inviata a Luigi de Pascale, consigliere d'Intendenza all'Aquila, dal collega Mazzaro di Napoli, in merito a un invio di conti al Ministero dell'Interno:
"... Noi vi attendiamo, e prima di partire rammentatevi di fare inviare al Ministero se non lo sono stati, i conti dal '39 al '45...".
Lettera viaggiata con timbro lineare.

Interessante frammento di storia delle istituzioni locali.

In mediocri condizioni (piegature d'epoca).
4 pagine (3 bianche)

Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.




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7 febbraio 1852
NAPOLI

LUIGI DE PASCALE INVIA CONTI AL MINISTERO DELL'INTERNO

Lettera prefilatelica inviata a Luigi de Pascale, consigliere d'Intendenza all'Aquila, dal collega Mazzaro di Napoli, in merito a un invio di conti al Ministero dell'Interno:
"... Noi vi attendiamo, e prima di partire rammentatevi di fare inviare al Ministero se non lo sono stati, i conti dal '39 al '45...".
Lettera viaggiata con timbro lineare.

Interessante frammento di storia delle istituzioni locali.

In mediocri condizioni (piegature d'epoca).
4 pagine (3 bianche)

Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.